Nell’astrattismo di Kandinskij non vi è più la forma incentrata su se stessa, una forma di cui si possa dire che sia completamente pensabile come forma esteriore, che si inscriva entro ciò che la caratterizza in forma d’una forma fruibile solo attraverso la sua esteriorità.
Ci troviamo piuttosto in una forma spazializzata ovvero in una spazialità (in forma di forma) orientata a manifestarsi sottoforma di spazio liquido: macchie di colori determinano l’indeterminato; ovunque, di qua e di là, tutto (colori-punti-linee-superfici) procede senza punti di riferimento (sia pure in riferimento a una precisa intenzionalità espressiva) come tanti elementi informi, sfuggiti alla logica o fuoriusciti dalla logica del caso, o sorpresi all’inizio dei loro primi attimi di vita: liberati dal baricentro, sostenuti da un’analogía tra un’energia catturata nel pieno delle sue azioni e una materia che inizia a conformarsi grazie alle spinte ricevute dalla trasmissione elettrica di una energia in via di sviluppo.
Spazio liquido tra tensioni liquide. Liquidità di macchie e colori, di linee e punti che entrano in relazione grazie all’urgenza di modularsi in segni che
si contrappongano con l’intenzione di formulare un alfabeto con cui comunicare un nuovo senso.
Dunque, fluttuazione di effetti cromatici in incessante fluttuazione, svincolati dalla demarcazione di una forma definitivamente definita; spazio liquido, incircoscritto, calzante con la definizione di liquido che il poeta Francis
Ponge dà all’acqua:
Francis Ponge, Il partito preso delle cose. Einaudi, Torino 1979, pp.59-62LIQUIDO è per definizione ciò che preferisce ubbidire alla gravità, piuttosto che mantenere la propria forma, ciò che rifiuta ogni forma per ubbidire alla gravità. E perde ogni riserbo per causa di quell’idea fissa, di quello scrupolo morboso. Di quel vizio, che lo rende veloce,
precipitoso o stagnante; amorfo o feroce, amorfo e feroce, feroce perforante, ad esempio…
Il colore e la linea non si lasciano inquadrare. Seguono sensazioni emotive? si alimentano di un’energia cosmica? son fatte così per evocare emozioni
braccate dall’inconscio? o mirano a delineare paesaggi inconsci, o le declamazioni di una spiritualità in contemplazione? Fatto sta che
più è libero l’elemento astratto della forma, più è puro e originale il suo suono.
Tirar fuori da un colore il suo suono interiore, affermare che «ogni forma ha un contenuto interiore», vuol dire per Kandinskij elaborare una composizione pittorica alla stessa stregua di una composizione musicale libera, poiché -come afferma Nikolaj Kulbin:
Nikolaj Kulbin, La musica libera, in Il Cavaliere Azzurro… p.116la musica libera offre la più grande possibilità di agire sull’ascoltatore e di suscitare emozioni nella sua anima.
Essa -enunciando suoni in libertà– «può rappresentare esperienze soggettive e al tempo stesso evocare liricamente stati d’animo, illusioni naturalistiche».
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