L’Espressionismo ti vuole collocare in tutte quelle parole capaci di restituirti visivamente il contatto corporeo con ogni forma di umana sofferenza. L’Espressionismo infatti non fugge il corpo neanche quando si esprime con parole, anzi tutto quello che è accaduto al corpo se lo porta addosso senza mai porsi con le parole fuor di quella carne; la parola resta piena anche della quotidianità massacrata, va in tutti i luoghi ove si frange l’umanità, va pure in quella città ove il sole ha gettato a terra la propria luce.
Georg Trakl, Le poesie. Garzanti, Milano 1989, p.207
AGLI AMMUTOLITI
Oh, la follia della grande città, quando la sera
su nero muro irrigidiscono alberi contorti,
da argentea maschera lo spirito del Maligno guarda;
la luce con magnetica sferza discaccia la notte petrosa.
Oh, il sommesso rintocco delle campane serali.
Prostituta che con gelidi brividi partorisce un bambino morto.
Furente flagella l’ira divina la fronte dell’ossesso,
purpureo morbo, fame che i verdi occhi infrange.
Oh, l’orrendo riso dell’oro.
Ma silenziosa sanguina in cavità oscura un’umanità più muta,
forgia con duri metalli il capo liberatore.
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