Ma che cos’è l’Espressionismo?
È un’Arte corrosa dal firmamento di corpi e paesaggi urbanistici che orbitano intorno alle proprie rovine. Il mondo che vediamo, attraverso l’Espressionismo, è un mondo combinato coi suoi disastri.
L’Espressionismo ci mostra criticamente la nostra appartenenza non solo al dolore, ma anche ai nostri gesti infami, soprattutto quando questi ci caratterizzano per ciò che storicamente e quotidianamente siamo in qualità di uomini: uomini affollati giornalmente da gesti di difesa e attacco, specializzati in discipline belliche, sempre pronti allo smaltimento dei vinti (George
Grosz e Otto Dix).
Ma perché l’Espressionismo ci avvicina alla visione di un mondo retrocesso ai suoi prodotti fecali?
Perché è tipico dell’Espressionismo trattare i corpi come fossero un accumulo di scarti anatomici, che ci istígano al desiderio di gettarli via. Quei corpi, ridotti a un impasto di colori avariati, ci lasciano tutt’altro che indifferenti, ci visualizzano ciò che siamo da vivi: uomini sì vivi, ma come deiezioni di un mondo malato.
Ciascun uomo può vedersi in quei corpi come un’abitazione anatomica drasticamente ridotta a un ricettacolo di avanzi inquinanti. Lì non v’è corpo disposto ad accogliere su di sé carne viva, lì v’è inquinamento, l’Inferno e i suoi Moloch guasti, la vegetazione marcia e infestante di un’esistenza ridotta
a una sostanza che si autodecompone.
L’Espressionismo è tossico, come la progressiva disfunzione di un corpo che contiene in sé tutti i rifiuti urbani e industriali di un mondo che giace distrutto nell’aver subíto un conflitto bellico. Quanti corpi destinati ai colori espressionisti paiono esser stati fisicamente ridotti a un materiale incadaverito? Il corpo espressionista pare esser stato investito dall’incallimento dell’uomo di ridurre in macerie tutto ciò che più intimamente gli appartiene.
Su quei corpi trapela sia chi si è ucciso sia chi ha ucciso.
L’Espressionismo rende il corpo umano edotto della propria morte. Ci fornisce esaurientemente la visione di uno spettacolo scioccante: un corpo viene sempre messo in mostra come attrezzato di una morte pervenutaci dallo squinternato laboratorio sociale. Tutte le patologie sociali sembrano accanirsi su di esso.
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